Gemelli in Lapislazzuli Afgano Grezzo Squadrati
Elementi di lapislazzuli afgano naturale grezzo montati a scultura in oro 18 carati.
Ogni elemento risulta sempre diverso, viene attentamente selezionato per forma e dimensione dai lotti di pietre naturali di maggior qualità.
Il lapislazzuli è una pietra composta da più minerali ed è considerata, da un punto di vista geologico, una roccia.
Il principale costituente è la lazurite, seguita, in proporzioni variabili, da pirite, haüyna, noseana, calcite.
Sono presenti in minor misura anche sodalite, augite, diopside, ornblenda e mica.
Il carattere per lo più indefinito della sua composizione influenza anche le sue caratteristiche fisiche: questa gemma si distingue per una durezza di 5-6, con un peso specifico che varia da 2,7 a 2,9, mentre il suo indice di rifrazione medio (dato che stiamo parlando di un gruppo di minerali) è 1,50.
Il lapislazzuli si forma all’interno di rocce metamorfiche particolari, prodotte dal magma granitico che riscalda le rocce sedimentarie.
Le condizioni di formazione sono da considerarsi fortuite, quindi abbiamo a che fare con una gemma che in natura è poco diffusa!
A seconda delle proporzioni dei minerali componenti, il colore del lapis varia dal blu, che talvolta presenta sfumature verdi, al blu intenso.
Le inclusioni di pirite si trovano nella maggior parte degli esemplari, sono responsabili di tutte quelle magnifiche picchiettature brillanti di color ottone che sono da considerarsi una prova inconfutabile circa la genuinità del lapislazzuli.
La presenza dei cristalli di pirite è molto apprezzata anche per il contrasto che si crea con il blu notte del lapis, che evoca un cielo stellato.
Tuttavia le pietre di buona qualità sono caratterizzate da un colore blu viola intenso, che non deve presentare inclusioni di calcite e con una minima quantità di pirite.
Questo colore è il più raro e di conseguenza poco diffuso in commercio.
Trattandosi di una pietra opaca, lo stile di taglio preferito per il lapislazzuli, è il cabochon.
Questo taglio è ideale per mettere in maggior risalto le peculiarità tipiche di questa gemma, non sono però da escludere anche i classici tagli sfaccettati o altre forme più squadrate.
Moltissimi esemplari vengono lasciati al loro stato grezzo, divenendo così curiosi oggetti d’esposizione molto amati dai collezionisti.
Altri pezzi di lapislazzuli vengono lavorati al fine di ottenere sfere o grani da infilatura.
Altri come elementi per intarsi o da intaglio, altri perfino come tessere da mosaico!
Trattandosi di una gemma impiegata anche in altri ambiti, oltre quello della gioielleria, per stabilirne il valore bisogna tenere in considerazione altre variabili come la quantità disponibile di questa gemma e la sua resistenza.
Il fascino del lapis e la profonda intensità del suo colore ispirano le menti di artisti ed artigiani, sia nella realizzazione di opere d’arte spettacolari sia nella creazione di gioielli unici.
Come ogni gemma che si rispetti anche il lapislazzuli necessita delle giuste attenzioni.
Molto importante è cercare di preservarne la sua brillantezza il più a lungo possibile.
Stiamo parlando di una gemma che non richiede cure particolari, ma essendo caratterizzata da un alto grado di porosità è portata ad assorbire alcune sostanze.
É consigliabile dunque evitare il diretto contatto con i cosmetici che potrebbero addirittura mutarne il colore.
Per una pulizia più lieve, da eseguire nel quotidiano, consigliamo di munirsi di un panno inumidito con dell’acqua e sapone neutro non colorato e di passarlo delicatamente sulla superficie della gemma per rimuovere eventuale sporcizia.
Alcune volte la pietra necessiterà semplicemente di essere idratata per ritrovare la sua originaria lucentezza, per farlo basterà servirsi di oli naturali da strofinare delicatamente in superficie.
Il nome di questa splendida gemma deriva dal persiano “lazhaward”, che assume molteplici significati tra cui cielo, paradiso e blu; non a caso il lapislazzuli è definita anche pietra del cielo, pietra blu o pietra del paradiso.
Trattandosi di una gemma poco diffusa in natura, non ci sono molti siti d’estrazione.
I maggiori giacimenti di lapislazzuli si trovano in Cile, in Russia ed il principale in Afghanistan.
Quest’ultima menzionata anche da Marco Polo tra le sue opere: si stima che le miniere siano sfruttate da oltre seimila anni!
Lo sapevi che la polvere di lapislazzuli è stata utilizzata per secoli come un pigmento?
È stato impiegato soprattutto durante il Medioevo e il Rinascimento per creare lo speciale blu oltremare.
Non possiamo mancare di menzionare il vivace cielo della Cappella Sistina, in Vaticano; e la famosa volta stellata della Cappella degli Scrovegni, a Padova.
È curioso sapere che anticamente il lapis era chiamato “zaffiro” termine oggi riservato esclusivamente al corindone blu.
Fin dai tempi più antichi si era soliti realizzare con questa pietra amuleti e portafortuna con significati ispirati dalla sua profonda tonalità.
Nella cristalloterapia, assume un ruolo importante per i benefici (non comprovati scientificamente) che conferisce tanto al corpo quanto alla mente, in particolare sull’intelletto potenziandolo.
Il buddismo stesso tiene particolarmente in considerazione questa gemma, ritenendola addirittura uno dei sette tesori.
Fonte: LineaGem.
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